Associazione Costruttori Edili della Provincia di Napoli



Blog

Ancora lontana la riforma del catasto

Anche se non se ne scorgono gli effetti, è in atto una complessa riforma del sistema catastale italiano. Un vero impianto che rinnovi il disegno originario del 1939 non è mai stato attuato nonostante molti governi ci abbiano messo mano. E forse, la riforma non vedrà la luce neppure in questa legislatura. Lo ha ammesso il viceministro dell’Economia Enrico Morando all’incontro organizzato dall’Associazione Costruttori Edili di Napoli e dall’Associazione Nazionale Tributaristi della Campania “La riforma del Catasto tra esigenze di gettito e tutela del contribuente. “Una riforma del sistema catastale italiano – ha spiegato Morando – avrebbe un costo politico troppo elevato. Neppure il Governo Renzi è riuscito a non far scadere la delega consegnataci dal Parlamento. E, temo  – ha aggiunto il viceministro – che non riuscirà a spingersi oltre per un complessivo ridisegno del sistema, ancorché tenda a ridurre le iniquità orizzontali e verticali  che oggi  esistono”. Dopo la fotografia, la previsione. “Toccherà ad un governo di nuovo insediamento riscrivere la legge e farla approvare nei primi mesi della legislatura dal Parlamento, per convincere, nei quattro anni che avanzano, chi sarà scontento della giustezza della manovra”.  Ancora troppe le sperequazioni e le iniquità del Catasto in Italia e per provare a superarle il presidente dei costruttori napoletani Francesco Tuccillo “auspica un “patto” tra Governo, cittadini e imprese volto ad eliminare le storture esistenti, per garantire innanzitutto una compiuta lotta all’evasione fiscale. In primis, dunque – ha spiegato Tuccillo – andrebbero censiti in Catasto i milioni di immobili (circa il 30% del patrimonio esistente)  di cui non vi è traccia e per i quali, evidentemente, non vi è alcuna imposizione fiscale” . A danno dei contribuenti corretti. “Inoltre – ha insistito Tuccillo – ogni modifica operata dal Catasto, andrebbe notificata all’interessato, perché questi possa eventualmente opporsi. E nessuna modifica catastale dovrebbe essere applicata in assenza di idoneo titolo edilizio, una modalità ancora oggi trascurata”.

Rilievi e critiche sono state mosse anche dall’ordinario di Estimo della Federico II Vincenzo Del Giudice: ”Va rivisto il criterio di applicazione degli ambiti omogenei, che attualmente inseriscono nella stessa zona immobili con caratteristiche del tutto diverse tra loro, come ad esempio quelle di via Duomo e piazza Mercato”.

Sono evidenti anche le sperequazioni causate dal mutato assetto delle città, dal cambio del disegno urbanistico del territorio:  diffuse le “storture” che vedono zone di diverso pregio della città, come Chiaiano e il Vomero ad esempio, avere simili valori catastali e quindi rendite non troppo differenti. E che generano lo stesso carico fiscale. “Per porvi rimedio – ha spiegato Giovanni Cantisani dell’Agenzia delle Entrate – sarebbe necessario aumentare gli estimi dove ci sono valori immobiliari più elevati e diminuirli nel caso di valori di mercato più bassi. Bisogna procedere a riformare il sistema di stima, che ha ancora valori del 1939 e perciò non più idoneo a valutare i circa 70 milioni di immobili del Paese. L’esempio della casa di piazza Navona che paga meno tasse di altre in periferia, purtroppo, vale anche per Napoli”.  Altro elemento emerso nella tavola rotonda moderata dal vice presidente dell’Anti Campania, Tullio Elefante, è la forbice “che separa i prezzi di mercato, talvolta anche di quattro volte, dai valori catastali”, come ha concluso Giovanni Cantisani.

Marco Ferra

Igino Carulli

Igino Carulli